ALESSANDRA
V A G H I
Olio su tela - 150x100
2020
The Great God Pan is Dead

<<Dio è morto>>?
Lo diceva Plutarco.
Ci fu un misterioso caso di deicidio circa due millenni fa; l’unico caso, insieme alla crocifissione di Gesù, che la storia e le religioni abbiano mai presentato.
Racconta Plutarco che, sotto il regno di Tiberio, un vascello romano si trovò a passare nei paraggi di un’isola del mar Egeo, quando il vento cessò improvvisamente e nel silenzio si udì una voce gridare: "Il Grande Pan è morto". A quella notizia da ogni parte dell’isola scoppiarono pianti, gemiti e singhiozzi di cui non si seppe mai la provenienza.
Possiamo constatare che la morte del dio coincide con l’avvento del Cristianesimo in Europa. Infatti, intorno al 300 d.C., la demonizzazione di Pan era iniziata e continuò fino a quando il mondo occidentale non associò in gran parte le immagini di Pan al diavolo.
Per i greci Pan, metà capra e metà uomo, era il dio pastore, il dio della campagna, dei boschi, delle selve e dei pascoli. Una divinità benevola, amante della natura e della musica: era il dio più amato dal popolo greco. Forse questo è ciò che ha portato la Chiesa a demonizzare Pan; percepivano un potente concorrente per i cuori delle persone. Questa demonizzazione non fu casuale, ma piuttosto una deliberata torsione degli ideali pagani mentre il cristianesimo diffondeva la sua influenza in tutta Europa. Dopo che il Concilio di Nicea emanò il Credo niceno e la Chiesa cattolica romana fu fondata nel 325 d.C., i teologi cristiani (a cominciare da Eusebio) trasformarono Pan da un dio della natura benigno a Satana, il grande Avversario.
Eppure esistono delle somiglianze tra la storia di Pan e Gesù Cristo. Entrambi pastori, in un certo senso, e nessuno dei due era completamente divino: Gesù era considerato divino e umano contemporaneamente, e Pan era allo stesso modo un dio e un essere terreno, in virtù di sua madre Dryope.
La rottura sta nel fatto che Gesù non è mai stato ritratto come un essere sessuale, mentre Pan era sfacciatamente libidinoso, preda degli istinti più selvatici e di aspetto orribile, e nessun membro del clero avrebbe mai osato fare paragoni tra loro quando il contrasto è così evidente. La Chiesa predica ancora ad alta voce sul potere distruttivo dell'immoralità sessuale e, poiché la natura sessuale di Pan era così esplicita, questo potrebbe spiegare la disponibilità della Chiesa a considerare Pan come un esempio di profonda turpitudine morale.
La sessualità e la bruttezza (spesso dai cristiani associata al male) del dio cornuto, dava così agli asceti esattamente ciò di cui avevano bisogno, e Pan divenne l'immagine del diavolo.
Non è difficile capire come la sessualità dilagante di Pan, così peccaminosa per i cristiani, lo abbia reso un candidato ideale per la demonizzazione. Questa diffamazione di un dio un tempo pastorale faceva parte di una vasta campagna di propaganda religiosa progettata per mettere la paura del diavolo (dove la paura di Dio non sembrava funzionare) nei cuori delle persone, dato che il cristianesimo aveva un pantheon di antiche divinità da vincere, e una personificazione del male fu efficace nell'aiutare il processo.
Grazie al cristianesimo, Pan divenne letteralmente il più grande capro espiatorio del mondo.
Descrizione dell’Opera:
La tela rappresenta l’atto in cui il Grande Pan viene demonizzato dal Cristianesimo, attraverso la ricostruzione iconografica delle classiche rappresentazioni della Crocifissione. Questo mette in risalto le somiglianze tra il dio greco e Gesù, piuttosto che i vari riferimenti al demonio proposti dalla Chiesa. Infatti, come il Pastore dei cristiani fu crocifisso come capro espiatorio di tutti i peccati, così il pastore dei greci fu accusato di immoralità e divenne l’incarnazione del Male.
Sotto la croce, ad assistere alla scena, non vi sono raffigurati la Vergine e San Giovanni, ma due ninfe disorientate e terrorizzate: fino a un attimo prima giocavano tra i fiumi e gli alberi insieme al loro compagno di sempre.
Poi una scossa di terremoto divide in due la terra (il mondo cristiano si separa dal mondo pagano)…
Il Pantheon sulla montagna alle loro spalle viene avvolto dalle fiamme…
poi un grido spaventoso.
Il grido di Pan.
A sinistra, tre sacerdoti “diabolici” (il vero Male è rappresentato da chi lo accoglie) compiono spietati la trasformazione del dio cornuto in Satana, mentre un centurione sta per completare l’atto poco prima della sua conversione e pentimento.
Una ninfa si gira verso di loro in preda al terrore nel sentire urlare parole come <streghe!>, <maleficio!>, mentre l’altra osserva ancora estraniata il loro dio morente, immersa in uno stato di smarrimento e angoscia.
Diversamente da quanto raccontano i miti, il Pan in questione non viene raffigurato come un essere dall’aspetto orribile ma, anzi, presenta un corpo muscoloso, forte, pulito e un viso dai lineamenti piuttosto armonici nonostante il supplizio. Al contrario, i sacerdoti, che nella vita cristiana dovrebbero rappresentare il Bene Assoluto, appaiono all’improvviso dalle fiamme, con quegli sguardi così terrificanti e demoniaci, quasi come se fossero loro i veri “mostri”.
Alessandra Vaghi